Workshop ” Riconoscere e liberarsi dalla Dipendenza Affettiva : verso una nuova definizione di amore”

di


700-074563

WORKSHOP PER CONOSCERE E LIBERARSI DALLA DIPENDENZA AFFETTIVA 

A ROMA 

DALLE 10 ALLE 18.00

“E sto abbracciato a te senza chiederti nulla,
per timore che non sia vero che tu vivi e mi ami.E sto abbracciato a te senza guardare e senza toccarti.

Non debba mai scoprire con domande, con carezze, quella  solitudine immensa d’amarti solo io.”

Pedro Salinas

La letteratura sull’attaccamento romantico sostiene che la scelta del partner non è mai un fenomeno casuale. A tal riguardo, molti autori affermano che le esperienze che ciascuno fa nel corso della propria esistenza, specialmente negli anni dell’infanzia, formano nella nostra mente dei “modelli inconsci”, dei modelli operativi interni che il bambino elabora riguardo sé, i propri stati affettivi e quelli delle persone significative che lo circondano durante le sue esperienze precoci, diventando poi dei veri e propri script (ossia mappe cognitive, copioni sul comportamento e sulle aspettative proprie ed altrui) che determineranno in maniera significativa chi innescherà in noi l’attrazione, come vivremo l’innamoramento, gli aspetti della vita di coppia e come vivremo la fine delle storie. Questi modelli ci predispongono a comportarci in un dato modo quando ci relazioniamo con chi ci è affine. La relazione con le figure genitoriali, in particolar modo con il caregiver determinerà infatti il nostro stile di attaccamento e che tipo di partner sarà per noi “attraente” perchè noto, conosciuto. Nel momento in cui si verifica l’imprinting filiale nel bambino, le caratteristiche della sua figura di attaccamento e le sue modalità di cura e accudimento, saranno infatti riconosciute dal piccolo come proprie di chi è deputato a prendersi cura di lui e pertanto accettate. Da qui l’evidente nesso tra il modello relazionale memorizzato in quel momento, e la ricerca di relazioni future che lo ricalchino in quanto per noi “giusto e sano”. La persona affettivamente dipendente molto spesso non ha conosciuto l’amore familiare nell’infanzia e da adulto lo ricerca nelle relazioni con gli altri. Il suo benessere esistenziale dipende unicamente dalla presenza dell’Altro, che sia un Altro da salvare o da cui essere salvati.

Lo scopo della relazione è, quindi, che l’altra persona colmi il proprio vuoto interiore, la voragine creata nell’infanzia.

L’autonomia affettiva, invece, rende responsabili della propria felicità, ed è questo che spaventa: essere artefici del proprio benessere, della propria vita.

La persona affettivamente dipendente può mostrare il proprio vuote interiore in due forme opposte ma al contempo reciproche: “Io sono responsabile della felicità dell’altro e lo salverò, gli sarò accanto , lo sorreggerò” oppure “L’altro è responsabile della mia felicità, non sono nulla senza di lui, non sono capace di fare nulla e la sua presenza per me è fonte di sicurezza”.

Queste due forme di dipendenza condividono la stessa speranza di trovare nell’Altro la propria fonte di valorizzazione, il proprio benessere esistenziale. La persona nel primo caso abbandona ogni velleità, ogni interesse personale per concentrarsi sui bisogni delle persone da cui dipende, cercando di soddisfare ogni loro desiderio. Nel secondo caso invece, regola la propria vita sin nei minimi dettagli, sulla base dell’ Altro, demandando ogni decisione, scelta e organizzazione del quotidiano.

In ambo le situazioni va comunque ad inserirsi la figura dell’altra persona, molto spesso un manipolatore affettivo, che finisce con il plasmare la vita del partner svuotandolo di ogni desiderio e bisogno, come in un atto di “vampirismo energetico”, di fronte al quale, chi subisce, non riesce ad opporsi per la scarsa fiducia in sé e nelle proprie capacità. Ma se ne può uscire?

Tornare alla vita significa rendersi conto dei propri meccanismi inconsci che guidano verso la scelta di determinati partner, scoprire e riscoprire i propri bisogni, imparare a distinguere la propria identità dalla luce riflessa dell’altro e infine, elaborare la perdita legata alla fine di una relazione, entrando in contatto con il sentimento di vuoto che invece si tende a riempire per non affrontare.

“Se solo non fossi stata categorica, se solo fossi stata più accondiscendente, se solo …” tutte affermazioni che rivelano il tentativo di avere l’altro vicino anche pagando il caro prezzo della perdita della propria identità: mettere da parte se stesse pur di piacere all’altro e tenerselo stretto ha purtroppo la triste conseguenza dello spersonalizzare la donna e del rimandare l’elaborazione della fine di una storia, storia che forse davvero non è mai iniziata, ma si è sempre dipanata tra comportamenti ambigui e manipolazioni più o meno sottili.

Una nuova definizione di amore è tuttavia possibile: un amore basato su democrazia, reciprocità, volontà e impegno, all’insegna della consapevolezzae del rispetto del proprio e altrui valore.

La Dottoressa Anna Chiara Venturini, in collaborazione con la Dott.ssa Roberta Biondi, realizza a Roma workshop e seminari su dipendenza affettiva, donne vittime di violenza e relazioni di coppia.

 

ARGOMENTI TRATTATI

  • Schemi disfunzionali e stili di attaccamento ( abbandono, deprivazione emotiva, inadeguatezza)
  • Triade della dipendenza affettiva: impulsività, instabilità, asimmetria
  • I sei stadi della dipendenza affettiva
  • Manipolazione e Contromanipolazione
  • Vantaggio secondario: perchè non ci allontaniamo da chi ci fa del male
  • Credenze disfunzionali che alimentano le relazioni tossiche
  • Co-dipendenza
  • Elaborazione e gestione della perdita

OBIETTIVI

  • Riconoscere gli schemi disfunzionali
  • Identificare e riconoscere gli stili affettivi disfunzionali
  • Riconoscere comportamenti manipolativi
  • Imparare a gestire la relazione a livello affettivo e sessuale
  • Rielaborare e gestire la fine di un rapporto
  • Costruire una nuova definizione di amore

 

MODALITA’ DI SVOLGIMENTO

Gli argomenti verranno trattati in modo interattivo esperienziale, alternando aspetti più didattici e psicoeducativi ad elementi di psicodramma, role playing ed esercitazioni in gruppo che possono spaziare dalla corporeità singola all’interazione con l’altro e con il gruppo. Verrà fornito del materiale durante la giornata, atto a consolidare quanto emerso ed esperito in sede di incontro.

 

DURATA

Il percorso si svolgerà in un’intera giornata dalle 10 alle 13 e dalle 14.00 alle 18.00

SEDE

Zona Termini

 

IN PIU’ AVRAI A DISPOSIZIONE:

  • Esercitazioni, dispense di approfondimento  e slide dei contenuti trattati disponibili  su  una piattaforma condivisa a cui solo i partecipanti potranno accedere, così da consentire l’aggiornamento costante e un intervento qualificato
  • Bibliografia commentata per aiutarti a scegliere i libri di approfondimento secondo la tua esigenza.

 

Per informazioni e costi 

 Scrivi una mail

per contattare la segreteria organizzativa

oppure la Dottoressa Anna Chiara Venturini cliccando qui

Ed ora prova a compilare questo piccolo questionario per comprendere meglio te stessa e l’eventuale presenza di schemi di dipendenza affettiva

Questo test non possiede alcuna funzione diagnostica, il risultato è puramente indicativo, un aiuto all’autoconoscenza e non costituisce nè sostituisce  una diagnosi e/o un giudizio di un esperto clinico o di un professionista della salute mentale. Per verificare il proprio stato di salute, occorre rivolgersi sempre a personale medico qualificato, il solo che può stilare una diagnosi dopo aver visitato il paziente. Questo ed altri tool online dedicati alla salute non possono e non devono mai sostituire il parere di un professionista sanitario. La salute è un bene prezioso e va tutelato.

 

1) Avete l’impressione, spesso, di non capire le vostre reazioni?

2) Sul piano amoroso o nelle relazioni con gli altri, trovate difficoltà a creare incontri?

3) Vi sentite incapaci di fissare i vostri limiti in certe circostanze?

4) Avete paura dell’autorità?

5) Vi sentite la servizio del vostro partner, dei vostri figli o anche della gente in generale?

6) Provate un senso di rigetto in seguito ad un rifiuto?

7) Credete nel colpo di fulmine o amore-passione?

8) Avete difficoltà a dire di no?

9) Vi accade di credere di non essere amati, anche se siete circondati da persone che vi amano?

10) Vi sentite spesso infelici senza sapere il perchè?

11) Vi sentite spesso colpevoli senza sapere il perchè?

12) Vi sentite spesso inferiori agli altri?

13) Avete paura della collera degli altri al punto di fare qualsiasi cosa per evitare i confronti?

14) Avete paura di essere abbandonati nelle vostre relazioni affettive?

15) E’ più facile per voi tollerare gli abusi che tentare di regolare le situazioni di abuso?

16) Avete difficoltà ad esprimere i vostri bisogni e i vostri desideri?

17) Vi sentite spesso diversi dagli altri?

18) Sentite il bisogno di provare di che cosa siete capaci?

19) E’ difficile per voi esprimere le vostre emozioni?

20) E’ difficile per voi rilassarvi e divertirvi?

21) Vi capita spesso di ritrovarvi in relazioni che falliscono?

22) Vi capita spesso di scusarvi anche se non avete sbagliato?

23) Trovate difficoltà ad esprimervi chiaramente e francamente?

24) Vi capita di fidarvi di persone che non meritano la vostra fiducia?

25) Affermate spesso di avere sentimenti che non provate realmente?

Se rispondete affermativamente ad alcune o a molte di queste domande, state probabilmente vivendo una situazione di dipendenza affettiva. Bisognerà che vi interroghiate seriamente sul vostro comportamento e decidiate, se necessario, di consultare un professionista per liberarvene.

[totalpoll id=”1803″]

[totalpoll id=”1809″]

[totalpoll id=”1810″]