Vampiro emotivo: come uscire dalla manipolazione di una relazione parassitaria

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vampirismo energetico psicoterapia romaA cura della Dottoressa Anna Chiara Venturini, Psicologa Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale a Roma

Come si è visto nei precedenti articoli, la vittima di vampirismo energetico si accorge della relazione parassitaria ai suoi danni quando oramai la situazione è degenerata, quando le sue energie fisiche e psichiche sono ridotte al lumicino, quando mal di testa, insonnia, spossatezza cronica sono diventati insostenibili, quando purtroppo la propria volontà e personalità risultano essere talmente piegate che riappropriarsi della propria vita sembra una impresa titanica.

Ma come possiamo accorgerci di intrattenere un legame con un vampiro energetico? Quali sono i campanelli di allarme?

Possiamo distinguere degli indici psico-emotivi, fisiologici e comportamentali

Per quanto concerne quelli fisiologici, bisogna tener presente che il vampiro ha bisogno della linfa vitale dell’altro, intesa sia come energia mentale sotto forma di positività, ottimismo, creatività e resilienza, sia come energia fisica poichè il vampiro richiede attenzioni costanti, una devozione quasi incondizionata per cui la vittima si ritrova a sobbarcarsi oltre che delle proprie, anche delle altrui difficoltà. Il vampiro emotivo così, assorbe l’energia dell’altro che, giorno dopo giorno si sente sempre più svuotato. La vittima inizia quindi ad avvertire sintomi ben precisi come stanchezza eccessiva, forti e frequenti mal di testa, spossatezza mattutina con difficoltà ad alzarsi, labilità emotiva, cambiamenti repentini d’umore,mal di stomaco, vertigini, il tutto fino a sintomi di disagi ben precisi come attacchi di panico, agorafobia, depressione. La persona, anche se apparentemente sembra “aderire” alle volontà del manipolatore, avverte dentro di sè tutta la frustrazione legata alla situazione che vive, ma si sente priva di forze, demotivata, quasi arresa a quella realtà da cui non vede via d’uscita.

Riguardo invece gli aspetti psico-emotivi, è importante fare attenzione anzitutto alle emozioni poichè hanno un significato ben preciso. Il senso di colpa che la vittima prova rimanda infatti alla trasgressione di regole interne, credenze che il manipolatore modifica a proprio piacimento e “impianta” letteralmente nella personalità della vittima. Se infatti ad esempio la vittima, di fronte ad un’aggressione verbale del manipolatore, reagisse,il senso di colpa che proverebbe sarebbe dettato dall’aver infranto la regola “non posso agire contro chi dice di volermi bene”. Se notate bene, tali credenze diventano assolute, non contemplano la possibilità, non prevedono ad esempio “a patto che lui non mi aggredisca e io non mi senta in pericolo”, finendo per diventare, invece che principi guida, delle gabbie in cui il manipolatore fa pian piano rinchiudere la vittima. Per quanto riguarda invece la frustrazione parla chiaramente di bisogni che vengono accantonati perchè giudicati poco importanti, inopportuni, in quel momento fuori luogo: quello che però accade è che non è mai il momento giusto per esprimerli, finendo così per sentirsi in scacco e quindi ignorarli ( per sopravvivere al conflitto cognitivo miei bisogni vs suoi bisogni) a favore di quelli del manipolatore. La paura e l’ansia rivelano poi una relazione in cui l’altro adotta un comportamento ambiguo e inferiorizzante per cui la vittima non potrà prevedere il comportamento del manipolatore, nè come essa stessa potrà reagire per prevenire critiche ed umiliazioni. La vergogna infine parla di un’interiorizzazione del giudice-vampiro che, anche se non presente, riecheggia nella mente della vittima, costantemente attenta a non sbagliare mossa per non essere giudicata e vessata

Circa invece gli aspetti comportamentali, è doveroso sottolineare l’isolamento in cui la vittima del vampiro emotivo versa: solitamente il manipolatore fa terra bruciata attorno per non fornire alla vittima un confronto che potrebbe farle rendere conto di quanto sta accadendo. Critica familiari, amici, svaluta colleghi di lavoro e quand’anche il terapeuta se la vittima ha intrapreso un percorso: giudicando e sminuendo le convince così ad abbandonare relazioni funzionali che mettono in pericolo il suo ruolo e il suo potere. La vittima entrata nella spirale, modifica suoi modi di vivere, ritmi, orari, e nei casi più gravi rinuncia anche al lavoro oltre che alle relazioni, all’interno di un clima del terrore che il vampiro potrebbe aver creato. Si sente in gabbia ma avverte l’incapacità di reagire alla situazione e quasi l’ineluttabilità degli eventi

Come uscirne?

Anzitutto è fondamentale partire dall’analisi della relazione che si sta vivendo. Vediamo alcune dimensioni fondamentali:

  • ANALIZZA I TUOI RAPPORTI INTERPERSONALI
  1. Sei una persona molto empatica e disponibile? Se la risposta è sì, fai molta attenzione. Il vampiro energetico sceglie persone molto empatiche e gentili per sfruttare la loro predisposizione all’ascolto e all’aiuto incondizionato, oltre alla loro incapacità nel mettere limiti e dire di no. Il risultato molto probabilmente sarà una relazione a senso unico, a beneficio esclusivo del vampiro.
  2. Quando parli con l’altro, ti senti ascoltata o vieni interrotta spesso e inondata dai racconti dell’altro? Se, infatti, il vampiro appare una persona cordiale e disponibile, nella realtà è un accentratore di attenzione, quindi ogni occasione è buona per monopolizzare l’interesse altrui. Se per esempio gli esponete un problema è facile che, anzichè ascoltarvi, vi proponga soluzioni spicciole per poi passare subito a illustrarvi i suoi problemi quotidiani, ovviamente a suo dire, più urgenti e importanti
  • ANALIZZA LE TUE EMOZIONI
  1. Avere a che fare con un vampiro emotivo, come abbiamo visto, comporta uno scotto psico-fisico non indifferente. Se avvertite mal di testa, stanchezza, apatia, angoscia, demotivazione, molto probabilmente state dando molto di voi senza ottenere nulla all’interno della relazione: questo squilibrio energetico a vostro discapito, parla chiaramente di una relazione sbilanciata. Sta a voi individuarla
  2. Vergogna, senso di colpa, frustrazione, ansia, paura sono indice di un comportamento manipolativo attuato dall’altro: queste emozioni non derivano da nostre debolezze o incapacità ( come invece il vampiro vuol farvi credere), ma sono EMOZIONI SEGNALE, sono emozioni che ci stanno chiaramente dicendo che la relazione che le genera è tossica
  • DEFINISCI IL TUO SPAZIO
  1. Stabilisci dei confini ben precisi e impegnati a mantenerli: il vampiro psichico dilaga, invade, confonde e corrode; ricordatevi che si tratta di una persona spesso incapace di empatizzare, pertanto stabilite dei limiti fisici e temporali entro cui stabilire la relazione, così da non essere più prosciugate
  2. Allenta la relazione se avverti l’oppressione del controllo: consigli non richiesti, critiche e giudizi continui ( anche diretti ad altre persone, non solo alla vittima), il tutto all’interno di contatti fiume, come ad esempio telefonate lunghe ed estenuanti molto frequenti. Prova a spiegarlo, ma tieni presente che il vampiro emotivo, facendo leva sul senso di colpa, molto probabilmente ti etichetterà come cattiva, insensibile o ingrata.
  3. Se viene superato il limite ( di solito la vittima ha la sensazione di sentirsi in gabbia) metti fine alla relazione: per quanto possa apparire difficile prendiamo atto che questa relazione ci sta ammalando sia psicologicamente che fisicamente, con sintomi ben chiari
  • RIVALUTA BISOGNI E DESIDERI
  1. Il vampiro emotivo nella fase di “captazione” sceglie accuratamente la persona da annichilire e, come abbiamo visto, si tratta di una persona che ha chiare difficoltà con il mettere confini e con il dire di no, mettendosi automaticamente in secondo piano. E’ proprio questa tendenza al sacrificio che crea un’apertura energetica attraverso la quale il manipolatore si insinua abilmente. Riprendendo in mano i propri bisogni desideri e spazi la perdita energetica viene progressivamente riparata
  2. Concentrandosi su nuove attività aumenterà il senso di autoefficacia e l’autostima, diminuendo al contempo l’isolamento fisico e psicologico in cui il manipolatore tende a relegare. Il potere del vampiro energetico diminuisce man mano che la persona riprende possesso di sè e della propria esistenza

Ora, chiaramente non sempre la persona riesce da sola in questo percorso poichè è difficile individuare un vampiro psichico dietro il volto gentile e i modi garbati di chi ci sta accanto. Proprio per questo a volte è necessario l’aiuto di un professionista che ci aiuti a ricreare la nostra immagine deformata dal manipolatore, che ci sostenga nel recupero di noi stessi e ci fornisca un costante confronto attraverso cui rinforzare il nostro punto di vista.

Ricordate: siate il miglior alleato di voi stessi e non permettete a nessuno di farvi credere sbagliate, inopportune, fuori luogo o ingrate. Dire di no significa dire sì a se stesse, significa dire sì alla vita!

 

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Bibliografia

Mario Corte  “Vampiri Energetici”, Edizioni Il Punto d’Incontro, 2013

Cinzia Mammoliti ” I serial killer dell’anima” Sonda Edizioni, 2012

 

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