“C’era una volta l’infanzia: a nessun bambino dovrebbe essere chiesto di crescere troppo in fretta!”

di

A cura della Dottoressa Anna Chiara Venturini, psicologa psicoterapeuta a Roma.

Crescere troppo in fretta! E’ proprio così: nessuno dovrebbe chiedere ad un bambino di capire problemi degli adulti e men che meno farsene carico. Nessun bambino dovrebbe trovarsi a barattare la propria infanzia per un po’ di stabilità o per rassicurare un genitore. Da nessun bambino si dovrebbe esigere una assunzione di responsabilità che poco ha a che fare con giochi e spensieratezza.

Spesso sono figli di divorziati, di genitori affetti da dipendenze o da patologie croniche, che si ritrovano  ad affrontare e gestire troppe cose in una età in cui invece qualcuno si dovrebbe prendere cura di loro. I bisogni emotivi primari vengono accantonati e non si sperimenta la solidità di base per affrontare la vita: diventare dei bimbi adultizzati, attenti ai bisogni e agli stati emotivi dei genitori è la soluzione primaria. “ Se non do fastidio e faccio stare bene mamma e papà, le cose andranno bene”.

Purtroppo questo è quello che accade in simili contesti familiari: una precoce crescita emotiva, un doversi rimboccare presto le maniche per affrontare le circostanze nonostante l’età. Una infanzia rubata fatta di repressione emotiva e corazza da costruire per far fronte a una realtà più grande.

Molto spesso ne fa le spese il gioco e l’esplorazione in generale, l’espressione e la condivisione di emozioni e bisogni, finendo con l’essere bambini buoni che non danno mai problemi. Dietro questa apparente calma e maturità spesso oggetto di lode da parte degli adulti, di celano frustrazione ed impotenza: nessuno spiega cosa accade nelle dinamiche di conflitto, nessuno decodifica i comportamenti incoerenti e imprevedibili adulti e il bambino si sente sempre più solo e non capito nel proprio dolore. Inizia a farsi largo anche il senso di colpa per ogni piccola difficoltà che trapela nel gestire il mondo adulto, mentre in parallelo aumenta controllo delle proprie emozioni e comportamenti stereotipati. Si crea un falso Sè basato su cosa si aspettano gli altri e non su cosa si desidera o si sperimenta.

Successivamente al senso di colpa (ovvero non espressa verso gli altri ma contro se stessi ) si può manifestare la rabbia legata al danno ricevuto e il dolore per tutto ciò che quel bambino non ha avuto . Da qui si possono sviluppare elementi di dipendenza e codipendenza, aspetti narcisistici evitanti (a difesa del dolore) e connotazioni ansiose ( disturbo ossessivo compulsivo, ipocondria) legate al carico emotivo eccessivo portato troppo a lungo: difficoltà a trovare la propria strada e assenza di una guida reale e interna. Tutti elementi che delineano la fragilità che permane nel bambino oramai cresciuto ma che porterà sempre con sé la cicatrice di quella ferita che soltanto lui potrà rimarginare.

La strada è il Perdono?

Non sempre ci sono genitori perdonabili ma di certo per quel bambino oggi adulto è importante non solo sapere ma anche “sentire” che le emozioni che provava erano legittime in una situazione “invertita” e che lui ha agito come poteva con gli strumenti che aveva in quel contesto non ordinario. Allo stesso modo i genitori hanno fatto del loro meglio con il loro bagaglio di esperienze. Perdonare? Di certo se stessi sì, e magari essere anche orgogliosi di quel bambino trovatosi a crescere troppo in fretta che ha trasformato il dolore in qualcosa di buono che non lo ha ostacolato e semmai aiutato nella vita, dando valore alle proprie emozioni e vissuti, perché ogni bambino è meritevole di amore sempre, anche se quell’amore può averlo solo sfiorato.

 

Bibliografia

Young, Klosko, Weishaar, “Schema Therapy”, Erikson, 2018

Potrebbero interessarti anche:

Essere Figli di Genitori Narcisisti: quando il predatore emotivo è colui che ci cresce

Stili di attaccamento e relazioni affettive: come siamo stati amati, amiamo! 

Trauma dell’attaccamento e relazioni affettive: l’importanza del rispecchiamento affettivo ed emotivo

Per conoscere i vari Workshop di Psicotime in programma Roma, vai nell’apposita sezione dedicata ai Workshop e Corsi, oppure clicca qui

Per contattare la Dottoressa Venturini, vai nell’apposita sezione Contatti, oppure cliccando qui