Intervista della Dottoressa Venturini su “Nuovo” dicembre 2015

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La Dottoressa Anna Chiara Venturini, Psicologa Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale a Roma è stata recentemente intervistata sul settimanale nazionale “NUOVO”,  di dicembre 2015.

L’articolo dal titolo “Donne, imparate a valorizzare i difetti: per tante celebrità sono stati il vero trampolino di lancio ” è tratto dall’omologo “Autostima e accettazione di sè: quando l’imperfezione diventa una forza“.

Ne riportiamo qui un breve stralcio.

“Riuscire a sfoggiare con orgoglio quello che per molti è considerato un difetto da correggere, non è semplice. Di base c’è la convinzione che per essere accettati bisogna essere belli. E che per essere belli, bisogna essere perfetti. Chi cade in questo tranello sociale, ricorre al chirurgo estetico, altri fondano la loro autostima su vari aspetti della personalità e capiscono che non si è come ci si vede allo specchio, bensì come ci si rapporta agli altri, riuscendo ad esprimere  bisogni, emozioni e formulare nuovi obiettivi.” Lo spiega a Nuovo la Dottoressa Anna Chiara Venturini, Psicologa Psicoterapeuta a Roma. Aggiunge” Quando l’autostima non si fonda soltanto sulla perfezione fisica, ovviamente il chirurgo diventa l’ipotesi più remota: ci si piace non per quello che si vede, ma per la persona che si vede.”

Le fondamenta del vivere bene con se stessi si cementano nei primi anni di vita come sottolinea l’esperta: “Ci sono tanti aspetti che possono minare l’autostima: famiglie incapaci di essere affettuose, abusi, continue critiche. Se un bambino viene puntualmente svalutato, se i suoi bisogni vengono repressi o viene costantemente giudicato mentre le lodi scarseggiano, è normale che un domani, da adulto, non si sentirà non solo “non in grado di”, ma nemmeno” meritevole di”. Spesso quello che passa in famiglia è un amore condizionato: ti voglio bene se prendi un bel voto a scuola, se non fai arrabbiare mamma, se obbedisci a papà. Dovrebbe regnare invece un amore incondizionato: io ti amo davvero per quello che sei, non per quello che fai”.

Però come è possibile raggiungere un livello di sicurezza tale da non lasciarsi influenzare dalla minima imperfezione? “E’ umano non accettare tutto di se stessi a 360 gradi”, precisa la dottoressa Venturini, e aggiunge “Quello che si può fare è cercare di mitigare il difetto, affidandosi per esempio all’autoironia”.

 

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