“La regola dell’amico”: gestire la Friendzone e come uscirne

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A cura della Dottoressa Anna Chiara Venturini, Psicologa Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale a Roma

Tutti quanti, almeno una volta nella vita ci siamo sentiti dire “mi dispiace ma per me siamo solo amici” finendo di fatto in quella che oggi si chiama Friendzone.

Questa dimensione vale al maschile come al femminile e si riferisce alla zona grigia, a quel limbo in cui, all’interno di un rapporto di amicizia, uno dei due scopre di provare qualcosa di diverso, un interesse maggiore, una forte attrazione fisica.

Ross e Rachel di Friends, due dei protagonisti del famoso telefilm a cavallo degli anni ’90-2000, ne sono l’esempio, anzi, il nome di questa “terra di mezzo”, deriva proprio da un episodio della serie in cui Ross viene etichettato come “Sindaco della Friendzone“, poichè innamorato ma non corrisposto dall’amica. Rendersi conto che i sentimenti stanno cambiando, che il tempo trascorso con l’altra persona ha un sapore diverso, ma che soprattutto si stanno facendo pensieri e fantasie sessuali che con l’amicizia hanno ben poco a che fare, significa prendere coscienza del fatto che la situazione e il rapporto stanno cambiando, almeno per noi e che la nostra posizione non è facile.

L’amore spaventa più dell’amicizia perchè, sebbene in ambo i casi venga chiamato in causa il nostro stile di attaccamento, ovvero il nostro stile personale nel creare e mantenere legami, è anche vero che l’amore comporta un impegno ma anche un’esposizione diversa; il rifiuto, infatti, viene ad esempio vissuto in modo differente: subentrano sentimenti come vergogna, paura di non essere all’altezza, paura di essere abbandonati. Tali emozioni e sentimenti sono presenti anche in un rapporto di amicizia, ma in caso di una relazione amorosa, risultano ovviamente amplificati.

La paura di ricevere un no e quindi il senso di impotenza e frustrazione, uniti alla paura di perdere il legame speciale, fanno restare la persona, impantanata nel limbo platonico.

Come gestire la situazione e uscirne?

  • Essere troppo presenti non è un buon attivatore erotico e seduttivo: per il principio di scarsità si sa che meno qualcosa è disponibile, più diviene preziosa. Iniziamo ad essere meno disponibili ed usciamo dagli stereotipi della ragazza dolce carina e disponibile, o del ragazzo sensibile, protettivo e onnipresente. Se vogliamo che l’altro ci guardi in modo differente, iniziamo a comportarci in modo differente: smettiamo di dare tutti noi stessi e iniziamo a riprendere in mano la nostre esigenze.

 

  • Gestiamo in modo differente la barriera fisica: C’è una differenza tra un tocco amicale ed una gestualità indice di attrazione fisica. Facciamo attenzione al nostro comportamento non verbale poichè ha un peso maggiore rispetto al verbale e, considerando che sia l’amicizia stretta che un rapporto affettivo condividono la medesima “distanza intima” ( secondo la prossemica entro i 45 cm ),se vogliamo intavolare una relazione differente, impariamo a calibrare anche modificare le nostra gestualità all’interno di questa dimensione.

 

  • Riprendiamo in mano la nostra natura: i nostri spazi e i nostri bisogni parlano di noi, di chi siamo veramente. Mostriamoci per quello che siamo davvero, solo così potremo, nel caso, intavolare una relazione autentica.

 

  • Se vogliamo sbloccare la situazione, possiamo parlare chiaramente di cosa sentiamo: uscire allo scoperto significa legittimare quello che si prova e darci una possibilità, consapevoli di poter ricevere anche un no. Senza mettere sotto pressione l’altro con richieste compulsive o domande del tipo “tu cosa provi per me?” , concentriamoci su di noi, su cosa proviamo e sulla fatto che, indipendentemente dall’esito, abbiamo fatto un passo avanti, mettendo un tassello fondamentale per la nostra autostima. Ci siamo buttati in una situazione senza evitare o rimandare, affrontando tutti i rischi del caso e traendone comunque il miglior insegnamento possibile.

 

Rimanendo centrati sul proprio benessere, avremo modo di affrontare anche le conseguenze, siano esse l’inizio di una relazione amorosa o la rottura della relazione amicale, consapevoli però di aver tentato di uscire dal limbo della relazione ibrida che avrebbe finito per diventare una palude.

 

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