Intervista della Dottoressa Venturini su “Silhouette Donna” marzo 2020

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La Dottoressa Anna Chiara Venturini, Psicologa Psicoterapeuta a Roma è stata recentemente intervistata sul mensile nazionale di salute e benessere “Silhouette Donna” novembre 2018

Proponiamo di seguito un breve riassunto tratto dall’articolo “Wanderluster anime vagabonde” .

Un irrequietezza che si accompagna al desiderio di conoscere posti e persone sempre nuove, alla propensione a vivere esperienze inconsuete. È la sindrome dell’ eterno viaggiatore detta anche Wanderluster, un termine tedesco che si traduce in “desiderio di vagabondare”. Chi ne soffre resiste alla routine contando i giorni verso una nuova partenza con una valigia come armadio.
“A caratterizzare i wanderluster è una predisposizione temperamentale per cui si è sempre alla ricerca di situazioni nuove e alternative.” sottolinea la dottoressa Anna Chiara Venturini psicologa e psicoterapeuta.  Non basta la cenetta a lume di candela o il weekend romantico: L’esperienza vissuta deve essere fuori dall’ordinario all’insegna dell’intensità la cui asticella tenderà ad alzarsi progressivamente. Sono i sensation seekers: i ricercatori di emozioni.

In fuga dalla realtà

Dietro questo costante bisogno di spostarsi si nasconde spesso la difficoltà ad adattarsi alla propria realtà è una bassa tolleranza alla frustrazione. Il wanderluster prova una sensazione di vuoto che compensa con dei viaggi spesso insoliti: Il viaggio lo aiuta ad evadere dalle situazioni e dalle emozioni associate che però trova invariate al suo ritorno. È un momento di stacco una parentesi anziché lavorare sul proprio vuoto e adattamento. Questa smania può nascondere profonde insoddisfazioni relazionali: il wanderluster non coltiva rapporti duraturi e profondi e non ha paura di perderli. Colleziona legami non crea rapporti a meno che non trova una persona che va a rimorchio o che ha la sua stessa predisposizione al viaggio.

Visionari e ispiratori

I wanderluster si adattano meglio ai cambiamenti e alle novità ma spesso non hanno obiettivi concreti. Riescono a percepire una situazione da diversi punti di vista perché la loro predisposizione all’esplorazione li rende visionarie aperti facendo da traino a pigri e indecisi. Chi sta con loro può condividere esperienze che da soli non farebbero ma può aiutare i wanderluster ad essere meno dispersivi.

Un’energia da valorizzare

Per prima cosa è importante imparare a canalizzare questa energia su obiettivi concreti.  Limitare poi i viaggi a due-tre l’anno e cercare di coinvolgere amici partner e familiari affinché non sia una fuga ma una esperienza condivisa. Infine imparare a coltivare questa predisposizione alla scoperta tra le pieghe del quotidiano a partire dagli angoli nascosti della propria città, senza bisogno di cambiare gni volta stato o continente.” conclude la dottoressa Venturini.

 

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