A cura della Dottoressa Anna Chiara Venturini, Psicologa Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale a Roma

La Terapia Cognitivo Comportamentale (TCC) è un approccio terapeutico sviluppata negli anni ’60 da Aron T. Beck. Si tratta di una terapia strutturata (si articola secondo una struttura ben definita, benché non in maniera rigida, per assicurarne la massima efficacia), direttiva (il terapeuta istruisce il paziente ed assume attivamente il ruolo di “consigliere esperto”) e di breve durata (cambiamenti significativi sono attesi entro i primi sei mesi). Si tratta di un approccio terapeutico finalizzato a promuovere un cambiamento positivo nelle persone, per alleviare alcune forme di sofferenza emotiva e per affrontare numerosi problemi di carattere psicologico, sociale o comportamentale.

A chi è indirizzata?

La TCC è un terapia adatta al trattamento individuale, di coppia e in gruppo; è inoltre  particolarmente indicato per affrontare problematiche quali l’ansia, la depressione, le fobie, i problemi di aggressività, i sensi di colpa, i problemi di bassa autostima, disturbi del sonno e il disturbo di stress post traumatico con un’efficacia comprovata a prescindere dal livello culturale, la condizione sociale e l’orientamento sessuale del paziente. Si tratta infatti di un approccio terapeutico finalizzato a promuovere un cambiamento positivo nelle persone, per alleviare alcune forme di sofferenza emotiva e per affrontare numerosi problemi di carattere psicologico, sociale o comportamentale. Gli psicoterapeuti ad indirizzo cognitivo identificano e trattano le difficoltà personali che emergono dai pensieri disfunzionali degli individui.

Perchè si chiama Cognitivo Comportamentale?

La Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale combina due tipi di psicoterapia: la terapia cognitiva e la terapia comportamentale.

La terapia comportamentale è finalizzata ad interrompere le connessioni fra le situazioni problematiche e le reazioni abituali di una persona ad esse. Reazioni quali paura, depressione o rabbia, o comportamenti autolesionistici. È inoltre finalizzata a rilassare la mente ed il corpo, in modo che una persona si senta meglio, pensi in maniera più chiara e decida in maniera migliore.

La terapia cognitiva è finalizzata a far scoprire al paziente che molti sintomi sono causati da dei modelli di pensiero disfunzionali che danno una visione distorta della vita e che ci rendono ansiosi, depressi, arrabbiati e ci fanno assumere dei comportamenti sbagliati o disadattativi.

La terapia cognitiva e la terapia comportamentale, integrate, costituiscono degli strumenti potenti per migliorare la qualità della vita dei pazienti.

Quale è il modello teorico di riferimento?

La Terapia Cognitivo-Comportamentale e’ finalizzata a modificare i pensieri distorti, le emozioni disfunzionali e i comportamenti disadattivi dell’individuo, producendo la riduzione e l’eliminazione del sintomo e apportando miglioramenti duraturi nel tempo. Si basa sul modello cognitivo, che ipotizza che le emozioni e i comportamenti delle persone vengono influenzati dalla loro percezione degli eventi. Non e’ la situazione in se’ a determinare direttamente cio’ che le persone provano, ma e’ piuttosto il modo in cui esse interpretano certe esperienze. All’origine dei disturbi vi e’, dunque, un modo distorto di pensare, che influenza in modo negativo l’umore e il comportamento del paziente.

psicoterapia cognitiva comportamentale roma

Facciamo un esempio. Un ragazzo si  trova a dover dare un esame  all’università: se i suoi pensieri saranno “Non ce la farò”, “Non ho studiato abbastanza mi boccerà”, “Andrà male e perderò la borsa di studio”, “Dovevo studiare di più”, “Il professore mi farà domande a cui non saprò rispondere”, entrerà quasi certamente in uno stato di ansia, dettato dal pericolo più o meno reale di essere bocciato. E sapete che accadrà? Quasi certamente la sua performance sarà peggiore rispetto a quelo che effettivamente avrebbe potuto fare.. andando a confermare indirettamente i suoi pensieri iniziali.

La Terapia Cognitivo-Comportamentale sostiene, quindi, la presenza di una complessa relazione tra emozioni, pensieri e comportamenti, sottolineando come molti dei nostri problemi (tra i quali quelli emotivi) siano influenzati da cio’ che facciamo e cio’ che pensiamo nel presente.
Questo vuol dire che agendo attivamente ed energicamente sui nostri pensieri, a cascata si interverrà anche sui nostri comportamenti attuali, liberandoci così da molti dei problemi che ci affliggono da tempo.

L’approccio si focalizza principalmente sul qui ed ora; terapeuta e paziente cercano di costruire un modello condiviso del problema e delle possibili soluzioni; da tale definizione ne scaturisce un contratto terapeutico: un impegno ad intraprendere un percorso terapeutico, limitato nel tempo, e finalizzato al raggiungimento degli obiettivi prefissati.

I risultati del percorso sono monitorati e valutati, le tattiche e le strategie sono aggiornate, ed anche gli obiettivi possono evolvere nel corso della terapia.

Durante la terapia il paziente viene educato ad utilizzare degli strumenti, delle tecniche e delle abilità che gli permettono di affrontare in maniera più efficace i problemi. La terapia promuove il cambiamento dei pensieri, dei comportamenti e delle emozioni disfunzionali ed enfatizza l’importanza di mettere in pratica – fra una seduta e l’altra – ciò che in seduta è stato appreso, attraverso esercizi ed homework che nel tempo renderanno il paziente più efficace ed efficiente, divenendo il terapeuta di se stesso.

Quali sono gli obiettivi?

L’intervento psicoterapeutico si pone due obiettivi principali: il primo e’ quello di individuare e definire il tipo di pensiero che accompagna le emozioni negative (per esempio dolore, sconforto, paura); il secondo consiste nel cercare delle modalita’ alternative, piu’ funzionali, di affrontare le situazioni problematiche. L’adozione di modalita’ di pensiero piu’ costruttive conduce a una modificazione dell’esperienza emozionale dolorosa. Sara’ compito del terapeuta individuare le tecniche piu’ appropriate che potranno aiutare la persona a raggiungere questi obiettivi, mentre sara’ compito di quest’ultima impegnarsi durante gli incontri e nella vita reale per seguire le indicazioni ricevute.

Quali sono le aree di intervento?

Attualmente la Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale copre il campo del trattamento di tutti i disturbi mentali: disturbi d’ansia, fobie, ossessioni-compulsioni, depressione, disturbi del comportamento alimentare (anoressia e bulimia), disfunzioni sessuali, disturbi di personalita’, disturbi da abuso di sostanze, psicosi (disturbo delirante, schizofrenia), problemi psicopatologici dell’eta’ evolutiva, psicopatologia nell’anziano. Oltre alle applicazioni psicopatologiche le tecniche cognitivo-comportamentali si dimostrano particolarmente efficaci e rapide per aiutare le persone a risolvere difficolta’ di adattamento o crisi evolutive (difficolta’ nelle relazioni sociali o nel lavoro, ansia da esame, reazioni disadattive al lutto, difficolta’ nella coppia o nella gestione dei figli, ecc.), anche attraverso modalita’ alternative al trattamento psicoterapeutico.

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