Vampiri emotivi e relazioni affettive: un legame che ci prosciuga fisicamente e psicologicamente
A cura della Dottoressa Anna Chiara Venturini, Psicologa Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale a Roma.
Se vi capita di avvertire mal di testa, stanchezza, cambio repentino di umore, senso di oppressione, molto probabilmente avete a che fare con un vampiro emotivo. Presa in prestito dalla letteratura e dalla cinematografia, l’immagine del vampiro evoca paura, terrore, impotenza. Ebbene, queste sono le medesime emozioni che sperimenta chi è vittima di questa tipologia di persone che, pur non presentandosi con aguzzi canini, si nutre dell’energia vitale dell’altro, impotente e passivo, vittima quindi designata per caratteristiche di personalità ben precise. Ovviamente il vampiro, per agire, ha bisogno di un legame affettivo con la vittima e una quantità di tempo non indifferente da poter trascorrere con lei. Non pensiamo, infatti, soltanto ad una figura che ci “annienta” volutamente, poichè questa tipologia di persone può esercitare la sua attività parassitaria anche involontariamente: un amico stretto, un collega con cui lavoriamo gomito a gomito, un familiare.
Ma cosa accade di preciso all’interno di questo legame?
Il vampiro, una persona in primis incapace di amare poichè affettivamente deprivata, riversa sulla vittima la sua frustrazione e invidia per le caratteristiche che essa possiede e di cui lui è privo. Facendo quindi leva su senso di colpa e inferiorizzazione, indebolisce giorno dopo giorno l’altra persona, sempre più stanca, sempre più spenta. Si tratta, quindi, di una personalità dominante, manipolatrice, che opera il cosiddetto “decervellaggio” della vittima: come la goccia che scava la roccia, progressivamente ne erode il sistema di credenze, valori e visione del mondo, plasmandola e allineandola al suo. Il vampiro vuole costante e completa attenzione: richiede devozione amore incondizionato senza dare nulla in cambio, se non briciole. Attraverso questa opera di modellamento dell’altro lo prosciuga fisicamente e psicologicamente, senza limite, senza regole. Il mondo è visto come malvagio nei suoi confronti e pertanto è “logicamente portato a difendersi e a pretendere di essere risarcito dalla vita”: si tratta quindi di un abile manipolatore che approfitta della disponibilità altrui per i propri scopi e , qualora l’altra persona opponga resistenza, eccolo utilizzare senso di colpa, vergogna e inferiorizzazione per ricordargli che in realtà la vera “vittima” è lui, e che pertanto è il solo ad essere legittimato a richiedere e pretendere ascolto e attenzione.
Il legame con un vampiro psichico è spesso un legame di co-dipendenza
Come abbiamo visto, il vampiro può essere un compagno dominante, una madre o un padre colpevolizzante, un amico molto giudicante: tutte figure con cui abbiamo legami stretti che non identifichiamo in tempo come legami di co-dipendenza. In tali casi infatti, la vittima non riesce ad uscire dalle relazione poichè questa si basa su ruoli ben precisi in cui usi è influenzati in toto dal comportamento dell’altro e al contempo si cerca di controllare quello stesso comportamento, ovvero ogni vittima ha bisogno del suo carnefice per essere tale, come ogni carnefice ha bisogno della sua vittima per mantenere il proprio ruolo. Non a caso infatti, si esce da questo tipo di legami basati sulla repressione, ritrovando il proprio centro, riprendendo in mano i propri bisogni ed emozioni che non vengono più interpretati e filtrati dall’altro, ma vissuti in prima persona, per l’importanza che rivestono nella propria vita e non alla luce del mantenimento di un equilibrio disfunzionale e doloroso. Se uno dei due decide di “evolvere”, cioè di superare o compensare i propri bisogni, l’altro si sente inevitabilmente tradito e abbandonato, in quanto sente il venir meno di quella relazione che lo faceva sentire al sicuro. Infatti questo tipo di relazione disfunzionale come tutte le relazioni simbiotiche non prevede cambiamenti, ma equilibrio, staticità, dipendenza.
Ma quali sono le caratteristiche del Vampiro Emotivo?
Fondamentalmente si tratta di una persona con una soglia di autostima molto bassa e tenta di allentare le sue ansie dominando su qualcuno, che ovviamente gli lascia campo libero. Non si mostra subito con il suo vero volto anzi, sembrerà molto disponibile e attento, se si tratta di un partner sembrerà il principe azzurro in persona, il tutto per mettere in atto la sua strategia: legare le vittime attraverso l’illusione di un amore o di una disponibilità che lascia intravedere ma che in realtà non si concretizzerà mai. Se il vampiro è un partner, la vittima inizierà ad adottare tutti quei comportamenti atti a giustificarlo, nell’attesa che con il tempo le cose cambino, che finalmente manifesti l’amore promesso. Se invece il vampiro è un’amica o un familiare, la strategia spesso adottata è quella della disponibilità estrema che in realtà diventa poi oppressione e controllo: non è più un sostegno a seguito di una richiesta della persona, ma esattamente il contrario, ovvero “fai come dico io, perchè io so cosa può farti star bene”. Ambo le strategie si muovono sul senso di colpa e vittimismo da parte del vampiro, poichè l’altro “non capisce” i suoi tempi,o non comprende che lui sta soltanto cercando di aiutarlo e pertanto la vittima risulta essere anche un’insensibile e un’ingrata. Appare quindi chiaro come la vittima si senta destabilizzata e progressivamente perda fiducia nelle proprie emozioni: la confusione deriva dal fatto che quello che lei sente ( e che effettivamente corrisponde alla realtà, ovvero oppressa, non rispettata, frustrata, angosciata) viene definito dal vampiro come inappropriato e del tutto sbagliato, arrivando addirittura a mettere in scena un clima psicologico di terrore al fine di far sentire la preda perennemente frustrata, delusa, insicura, in continuo stato di ansia, stress e agitazione. Perdendo così i propri punti di riferimento inseguito alla demolizione del suo mondo emotivo, perde fiducia in se stessa, non riconosce più i suoi bisogni e finisce per restare impantanata nella relazione, divenendo sempre più vulnerabile. Il problema è che i vampiri emozionali non solo provocano un disagio momentaneo, ma col tempo causano grande stress e angoscia, non solo a livello emotivo, ma anche fisico.
1) Per il vampiro, tutto è dovuto , mentre lui non dà mai niente, è sempre sfuggente, misterioso ed enigmatico
2) E’ una persona arrogante, autoritaria e che vuole avere ragione su tutto. Poiché ha un grande potere manipolativo, riesce a far sentire la preda così insicura e fuori luogo da indurla a pensare alla sua maniera.
3) Il Vampiro energetico è inoltre un pessimista di natura, che si lamenta di tutto. Anche questa è un’abile tattica per nutrirsi dell’energia di chi si prende cura delle sue sofferenze.
4) Il Vampiro è inoltre costantemente scontento ha sempre qualcosa da obiettare. Trascorrere una giornata con lui comporta ascoltare una serie infinita di critiche e la rigidità nel valutare qualsiasi cosa è assolutamente deprimente.
Chi è invece la Vittima prescelta?
La vittima, con caratteristiche di personalità ben precise, come bassa autostima, passività, vulnerabilità, paura dell’abbandono, baratta più o meno consapevolmente il proprio benessere, i propri bisogni e desideri, per salvaguardare la relazione tossica. Il vampiro la sceglie proprio con questa caratteristiche in una fase iniziale definita di “captazione”, certo di non trovare ostacoli sul suo cammino. Di fronte all’iniziale bisogno di accudimento dell’altro, la vittima predisposta all’aiuto come “alimentazione” per la propria autostima, si trova a dare tutta se stessa per sostenere l’altro “incondizionatamente”, ignorando i segnali di allarme e reputandolo una persona che va aiutata e accettata così com’è. Quello che tuttavia si registra successivamente è una forte dissonanza cognitiva tra il proprio punto di vista e quello altrui: la persona avverte il conflitto ma il bisogno di conservare quella relazione è più forte di ogni altra logica. Nel tempo, quindi, cresce lo stato di ansia, stress e frustrazione: aumenta l’insicurezza e al contempo la paura di perdere l’altro ( non dimentichiamoci che la minaccia dell’abbandono è una delle strategie di manipolazione più usate dal vampiro). La vittima entra in un totale stato di confusione, mentre la presenza fisica e psicologica dell’altro diventa sempre più totalizzante isolandola dal mondo e impedendogli così di allontanarsi da lui. Quando ci si accorge di essere vittime di un vampiro emotivo è spesso in una fase avanzata, quando le energie psico-fisiche sono ridotte al minimo, quando alcuni sintomi sono diventati insostenibili, quando la mente e la volontà sono così piegate che ribellarsi e riappropriarsi di se stessi sembra impossibile.
Come difendersi dai vampiri energetici?
Abbiamo visto come il vampiro “capti” la vittima ideale con caratteristiche ad hoc per poter esercitare indisturbato il proprio potere. Molto spesso infatti quelli che sono segnali di allarme ben chiari vengono sovrastati dalla personalità del manipolatore che mette in dubbio il punto di vista della vittima. Quest’ultima per criticità proprie, non riesce a fronteggiare il decervellaggio operato dal vampiro, finendo per ignorarli , convincendosi del contrario. E’ fondamentale quindi poter lavorare anzitutto sulle proprie difficoltà: incrementare la propria autostima, preservare i propri sogni e desideri, ascoltare e avvalorare le proprie emozioni e i propri bisogni sono il primo passo per uscire dalla nebbia in cui il manipolatore relega la vittima. Ricominciando a dare valore a se stessi, si esce dallo stato di confusione, andando oltre la paura di vedere la realtà per quella che realmente è. Riconoscere di essere vittime di manipolazione, è il primo passo per uscirne, poichè significa prendere atto di svolgere un ruolo all’interno del mantenimento di quella dinamica,e quindi anche di sottrarsi a quest’ultima.
Ricordate: per paura di perdere l’altro, si rischia di perdere se stessi e il nostro primo diritto è anche il nostro primo dovere, essere rispettati e amati adeguatamente. Se avvertiamo senso di colpa, frustrazione, paura, vergogna… non siamo siamo sbagliati noi, e tanto meno le emozioni che, quando emergono, hanno sempre un significato ben preciso ed uno scopo evolutivo, ovvero portarci in salvo da quella che molto probabilmente è la situazione sbagliata con una persona che lo è altrettanto
Se vuoi saperne di più “Uscire dal legame con un vampiro emotivo: spezzare le catene della manipolazione”
Bibliografia
Mario Corte “Vampiri Energetici”, Edizioni Il Punto d’Incontro, 2013
Cinzia Mammoliti ” I serial killer dell’anima” Sonda Edizioni, 2012
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Nella mia esperienza i vampiri sono spesso le donne in particolare verso i loro compagni. Perché negli articoli di psicologia non si insiste di più su queste donne-vipere che rovinano la vita di chiunque abbia per disgrazia ad aver a che fare con loro? Sono arroganti, imbroglione, ricattatrici maniache del controllo, millantatrici…..È una sciagura incontrarle anche perché all’inizio blandiscono e si autodefiniscono positive e solari, poi fanno letteralmente rimbambire quelli che vivono con loro.
Buongiorno, in un rapporto di amicizia frasi come “se sei davvero mia amica, come dici, fai così”, “se mi vuoi bene, fai così/torna la persona che mi piace tanto”, “mi stai deludendo, pensavo mi volessi più bene di così”, “io non ho mai detto di esser perfetta, però”, “pensa come vuoi, visto che non mi credi” e dopo che tu rispondi “posso anche crederti, ma vedo i fatti, che non sono molto diversi da come ho scritto” sentir dire “non meriti altre risposte” … e simili come possono considerati?
Precisando che questo avveniva sempre quando cercavo di dire cosa non mi andava, mentre l’altra persona diceva sempre cosa non le andava di me, e asseriva di voler io facessi altrettanto.
Buonasera! In un rapporto di amicizia frasi come: “se sei davvero mia amica come dici, fai così”, “se mi vuoi bene, fai così/torna la persona che mi piace tanto”, “mi stai deludendo,pensavo mi volessi più bene di così” e simili…possono essere considerate manipolazione/ricatti emotivi?