Vulvodinia: il dolore durante il rapporto sessuale e la componente psicologica

La paura di provare dolore, la paura di bloccarsi durante l’atto sessuale, la vergogna di sentirsi sbagliate e “non funzionanti”. Queste sono tra le più comuni emozioni che le donne con vulvodinia sperimentano, unitamente ad un profondo senso di sconforto e smarrimento dovuto alle molteplici e diverse diagnosi avute nel tempo. Di frequente sono “congelate” dal timore di non ritrovare la propria femminilità e la propria vita sessuale e difficilmente sanno a cosa ricondurre la comparsa dei sintomi. Spesso sono “sopravvissute” a eventi dolorosi e spaventosi, oppure portano con loro vissuti di ansia e panico a cui fa da eco un controllo costante del quotidiano, di cui difficilmente percepiscono gli effetti negativi.
In un primo momento è necessario chiedersi: A cosa sono sopravvissute? Da cosa fuggono oggi? Di chi portano il peso? Frequentemente sono infatti donne iperesponsabilizzate, adultizzate sin da piccole e che hanno dovuto inibire le proprie emozioni per potersi adattare ad un contesto di vita difficile. Ci sono stati episodi che hanno coinvolto la loro incolumità fisica? Aborti, violenze, parti difficili? Come hanno reagito? Cosa è successo intorno a loro?
Sono maestre di straordinaria forza, eppure spesso ne pagano un caro prezzo sviluppando in contemporanea patologie come endometriosi, fibromialgia o malattie autoimmuni: portate a sacrificarsi per l’altro e ad allontanarsi da sé stesse e dai loro bisogni emotivi che spesso fanno anche difficoltà a conoscere e riconoscere. Lo hanno appreso come modello familiare o è stata una risposta condizionata dall’ambiente? La raccolta della storia di vita e dei traumi T (riguardanti la minaccia della propria incolumità) si affianca alla valutazione dell’impatto dei sintomi sul quotidiano. Spesso la paura di provare nuovamente dolore durante il rapporto é lo scoglio più grande: tecniche cognitivo comportamentali unitamente a tecniche di rilassamento e mindfulness permettono una migliore gestione del sintomo attraverso la regolazione della tensione muscolare: questo primo elemento permette alla donna di tornare a sentirsi efficace e non in balia delle imprevedibile.
Cambia così la visione della vulvodinia: da nube nera che avvolge la vita della donna, a campanello di allarme per equilibri e dinamiche vanno visti e ripristinati nelle varie aree di vita.
Non basta quindi curare il sintomo: é importante capire perché quel sintomo e perché proprio ora. Solo così sarà possibile coglierne il vero messaggio di aiuto in termini di crescita personale e tutto il potere di rinascita che porta con sé. Se ti sei riconosciuta nel profilo, se hai provato quelle sensazioni, se una parte di te sente un carico emotivo eccessivo da tempo ma ha comunque cercato di tenere duro, forse è arrivato il momento di fermarti. Il tuo corpo e la tua vita ti stanno chiedendo uno stop e lo stanno facendo nel solo modo che gli consente di essere ascoltati: colpire proprio lì dove la vita ha inizio.
Potrebbero interessarti anche:
Essere Figli di Genitori Narcisisti: quando il predatore emotivo è colui che ci cresce
Stili di attaccamento e relazioni affettive: come siamo stati amati, amiamo!
Questo articolo è presente anche nel sito della ginecologa Dottoressa Cinzia Pajoncini, esperta di vulvodinia e dolore cronico pelvico, al link https://lamiaginecologa.com/vulvodinia-tra-psicoterapia-e-occasione-di-rinascita/
Per conoscere i vari Workshop di Psicotime in programma Roma, vai nell’apposita sezione dedicata ai Workshop e Corsi, oppure clicca qui
Per contattare la Dottoressa Venturini, vai nell’apposita sezione Contatti, oppure cliccando qui