Le origini della Deprivazione Emotiva: “Non avrò mai l’amore di cui ho bisogno”

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A cura della Dottoressa Anna Chiara Venturini, psicologa psicoterapeuta a Roma.

L’esperienza della Deprivazione Emotiva è caratterizzata dalla sensazione di vuoto, di solitudine, un buco allo stomaco che parla di trascuratezza e che si tramuterà nella convinzione di essere destinati a restare soli e non incontrare l’amore di cui si ha bisogno.

La “trappola” della Deprivazione Emotiva, come viene definita nel testo di Young e Klosko “Reinventa la tua vita”, è uno schema cognitivo che si forma sin dalla primissima infanzia (preverbale), con un caregiver incapace di essere in linea con i bisogni del bambino, per cui quest’ultimo impara che in fondo o dovrà cavarsela da solo, oppure ricercare questo accudimento amorevole in persone sempre però emotivamente non disponibili. Gli schemi cognitivi tendono infatti a “sopravvivere”, a riconfermarsi cioè, attraverso i cicli interpersonali, secondo cui la persona deprivata reagirà all’altro sulla base di un copione emotivo e comportamentale appreso nell’infanzia.
Nella Deprivazione Emotiva il bambino, infatti, ha ricevuto un accudimento inferiore alla media: dalla mancanza di contatto fisico ( abbracci, baci, coccole), alla trascuratezza più evidente; dalla sensazione di essere di troppo, un peso, alla vulnerabilità che deriva da una mancata guida e un mancato orientamento da parte dei genitori. Spesso i bambini deprivati, all’inizio hanno provato ad esprimere i loro bisogni ma, ad un certo punto è come se ci avessero rinunciato, sentendo che era comunque inutile: dall’altra parte c’era un genitore che puniva o svalutava quei bisogni magari sostituendoli anche con i propri ( proiettando parti di sé sul figlio). Il bambino può essersi chiesto più volte “Ma perché mi hanno messo al mondo?” e questo perché avverte la mancata cura emotiva che diventa poi crescendo, quella vena malinconica che lo accompagnerà anche nelle giornate più felici. Il bambino sente che “manca qualcosa”, se si trova per esempio a confrontarsi con i propri coetanei, avverte lo scollamento: la sua famiglia è differente rispetto a quelle dei suoi amici, lui si sente diverso.
Svilupperà, quindi, una scarsa autostima, legata alla difficoltà, acquisita, nel riconoscere ed esprimere le emozioni.

Gli elementi all’origine dello schema della Deprivazione Emotiva
• Di seguito vengono riportati gli indicatori di deprivazione emotiva all’interno della relazione di attaccamento, facendo riferimento alla figura materna come figura di caregiver in senso più ampio
• La madre è fredda e non affettuosa
• Il bambino non ha la sensazione di essere amato e apprezzato e di essere considerato una persona speciale e preziosa
• La madre non dedica al figlio abbastanza tempo e attenzione
• La madre non è realmente in sintonia con i bisogni del figlio: fatica ad immedesimarsi nel suo modo e non riesce a sentirsi veramente in rapporto con lui
• La madre non tranquillizza il figlio in modo adeguato: il bambino quindi, potrebbe non imparare a tranquillizzarsi da solo o ad accettare di essere tranquillizzato da altri
• I genitori non forniscono al figlio una guida sufficiente né un orientamento adeguato. Nella famiglia non c’è una figura affidabile su cui il bambino può contare

Come si comporta da adulto chi ha questo schema cognitivo?
Immaginiamo la Deprivazione Emotiva come il centro di un continuum e ai poli opposti due diversi stili di coping: da un lato una persona che ha un’insaziabile bisogno d’amore ( spesso con elementi di dipendenza affettiva) e lo ricerca costantemente , e dall’altro una persona che cerca di ipercompensare il dolore della deprivazione con standard elevati, pretese e costruzione di un Sé “inattaccabile”, che evita relazioni o le intrattiene superficialmente per breve tempo ( elementi narcisistici, evitanti). Ecco spiegato perché all’inizio si avverte un senso di familiarità quando due persone deprivate si incontrano: spesso hanno esperienze simili e, proprio per questo ci si sente e crede più vicini.

I tre tipi di Deprivazione
Deprivazione da accudimento amorevole: riguarda il calore, l’attenzione e le manifestazioni fisiche di affetto
• Deprivazione di empatia: si riferisce alla presenza di qualcuno che capisce il vostro mondo e dà valore ai vostri sentimenti
• Deprivazione di protezione: riguarda la protezione, guida, forza e direzione, ovvero il far sentire il bambino al sicuro

Individuare le origini della Deprivazione Emotiva è importante per entrare in contatto con le emozioni di rabbia e dolore che si sono riverberate nelle relazioni passate e che non sono altro che il segnale di un modello ricorrente che si è replicato a partire dall’infanzia. Entrare in contatto con il bambino deprivato è fondamentale proprio per aiutarlo a “ sentire” e “chiedere” nelle relazioni attuali, per potergli insegnare a fidarsi di sé, delle proprie sensazioni e smontare quei cicli interpersonali che lo incatenano indirettamente sin dall’infanzia.

 

Bibliografia

J. Young, J. Klosko “Reinventa la tua vita”, 2004, Raffaello Cortina

J. Young, J. Klosko, M. Weishaar “Schema Therapy”, 2018, Erickson

A. Arntz, G. Jacob “Schema therapy in azione”, 2013, ISC

 

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